Seguendo un percorso tracciato dapprima dal Decreto del Lavoro Poletti e quindi dal provvedimento Ddl sulla Delega del lavoro, il governo Renzi ha finalmente redatto il tanto atteso Jobs Act, un programma di riforme che nei prossimi mesi coinvolgeranno tanto il mondo del lavoro quanto l’intero sistema del Welfare italiano. I cardini della riforma sono numerosi: documenti e procedure tecnico-giuridiche, imposizione (finalmente!) di un salario minimo, nuove modifiche all’Articolo 18, sgravi fiscali e agevolazioni per il lavoro e l’imprenditoria giovanile, novità introdotte in seguito ai consulti con Confindustria, CGIL, CISL, UIL e tanto altro. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
JOBS ACT E SALARIO MINIMO
Sull’esempio di tanti altri Paesi europei, la nuova riforma introdurrà anche in Italia una soglia minima di retribuzione oraria. Non si conosce ancora l’entità della cifra, ma quasi sicuramente si aggirerà tra i sei euro e cinquanta e i sette euro. Il salario minimo sarà adottato a tutela sia dei lavoratori privi di un contratto nazionale che dei tantissimi collaboratori che ancora prestano servizio con contratti Co.Co.pro.
JOBS ACT E COLLABORAZIONI A PROGETTO
Come già accennato più volte dal Ministero, la nuova normativa prevede l’abolizione dei contratti di collaborazione a progetto (Co.Co.Pro). Per questo tipo di figure professionali il Jobs Act prevede un regime di gestione transitorio al termine del quale dovranno essere (teoricamente) assunte con regolare contratto di lavoro dipendente. Per il momento sembra che la normativa non toccherà la Pubblica Amministrazione (che per tanto, salvo modifiche repentine, potrà ancora attivare collaborazioni in Co.Co.Pro per tutto il biennio 2015-2016).
JOBS ACT E CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI
Questa novità riguarderà nello specifico i contratti a tempo indeterminato, per i quali è stato studiato un sistema di tutele crescenti che aumenteranno mano a mano che avanza l’anzianità di servizio. Tale sistema, nel quale l’adempimento degli obblighi contrattuali risulta senz’altro più agevole e diluito nel tempo, dovrebbe perciò permettere alle imprese (ampiamente penalizzate dal venir meno del regime di collaborazione a progetto) di inquadrare da subito i lavoratori in contratti più appetibili, vantaggiosi e soprattutto meno “atipiciâ€.
JOBS ACT E MANSIONI FLESSIBILI
Nel caso in cui l’impresa incorra in processi di gestione straordinaria (ristrutturazioni o riorganizzazioni di dimensioni ingenti, accorpamenti o conversioni aziendali, etc.), il lavoratore potrà essere trasferito a nuovo incarico con procedure rapide e semplificate, ovviamente a patto che il demansionamento non leda in alcun modo la sua professionalità o il suo tenore di vita.
JOBS ACT E ARTICOLO 18
Tra le novità che riguardano l’Articolo 18 citiamo in particolare la possibilità di reintegrazione non solo per tutti i lavoratori allontanati per motivi discriminatori, ma anche per quelli licenziati per motivi disciplinari. Ovviamente tale possibilità riguarderà solo alcune casistiche ben definite (con modalità ancora da definire per ognuna delle succitate motivazioni), tuttavia si tratta di un bel passo in avanti volto a limitare il più possibile il potere discrezionale dell’apparato giudiziale.
JOBS ACT E CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI (CIG)
Da quest’anno qualora ci si trovasse a dover interrompere definitivamente la propria attività d’impresa non sarà più possibile avvalersi della cassa CIG. La stessa cassa integrazione sarà soggetta a nuovi limiti di durata, cosa che varrà sia per quella ordinaria che per quella straordinaria (al momento estendibili fino a un limite di due e quattro anni).
JOBS ACT, MATERNITA’ E PERMESSI
Come già in passato, la maternità sarà nuovamente riconosciuta non solo alle dipendenti assunte con contratti a tempo indeterminato, ma sarà estesa anche ad altre forme contrattuali (con modalità ancora da definire). Maternità e relativi permessi saranno inoltre agevolati mediante l’attivazione di contratti di solidarietà e assimilati volti a facilitare la vita e le logistiche familiari di tutte le neomamme che lavorano.
JOBS ACT E SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE
Secondo la nuova normativa il sussidio di disoccupazione ASPI sarà calcolato in base ai contributi versati dal lavoratore nel corso degli anni di servizio e potrà durare anche più dei 18 mesi che fino ad oggi costituivano il limite massimo di erogazione. Il sussidio di disoccupazione inoltre non sarà appannaggio dei soli lavoratori dipendenti ma anche dei collaboratori in regime Co.Co.Pro (fino ad esaurimento di questa forma contrattuale). Per i lavoratori che versano in condizioni economiche particolarmente svantaggiate sarà inoltre possibile beneficiare di un ASPI aggiuntivo, con importi e modalità di erogazione ancora da definire.
Ad un mese dall’entrata in vigore del Jobs Act sono circa 92.000 i nuovi contratti di lavoro firmati, di cui il 25% a tempo indeterminato. Si tratta senza dubbio di un dato favorevole, anche se l’opposizione (come riportato ieri su un interessante articolo dell’Espresso) teme che la legge possa nascondere il rischio che licenziare sia vantaggioso.
E voi? Avete già una vostra idea del possibile impatto del Jobs Act sul mercato del lavoro italiano? Qual è la vostra opinione in merito?
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