A fronte dell’entrata in vigore della nuova normativa, a partire dal 31 marzo 2015 la Pubblica amministrazione italiana (Regioni, Province, Comuni, Università , etc.) non potrà più accettare né corrispondere fatture in formato cartaceo, a prescindere che il subfornitore sia una società , una ditta individuale o un libero professionista. Come già introdotto dalla Finanziaria del 2008, ogni prestazione d’opera eseguita per conto diretto di una PA dovrà essere d’ora innanzi onorata a seguito di invio di fattura elettronica, e si farà divieto a tutte le Pubbliche Amministrazioni di procedere ad ogni tipo di pagamento (financo parziale) finché il fornitore non avrà provveduto ad inviare il documento in formato digitale. Si tratta di un primo passo verso un’ordinamento fiscale che prevederà , da qui a pochi anni, il passaggio al formato elettronico per ogni tipo di fatturazione, ivi compresa quella tra soggetti IVA privati (vedi delega fiscale art. 9 della legge 23/2014).
Centro nevralgico di tale operazione sarà l’ormai famosa (per molti famigerata!) piattaforma SDI, il Sistema di interscambio che, facendosi intermediario tra PA e fornitori, riceverà le fatture elettroniche emesse da questi ultimi inoltrando nello stesso tempo notifica dell’operazione a entrambi i soggetti. Tale sistema permetterà non solo al Mef di monitorare la spesa degli enti pubblici in tempo reale, ma renderà più trasparente la gestione delle subcontraenze di settore e i relativi pagamenti.
L’Agenzia delle Entrate, con il supporto tecnico di Sogei SPA, è stata da tempo individuata quale gestore dello SDI per le attività tecnico-operative, amministrative e di controllo.
Si tratta di un ulteriore passo verso l’adeguamento alla direttiva 2001/115/Ce del 12/2001, che tracciava le linee guida di una normativa UE volta a modernizzare e semplificare tutti gli iter di fatturazione su territorio europeo e a razionalizzare in un unico formato i modelli di fattura estremamente eterogenei che i Paesi membri adottavano ormai da troppi anni.
L’invio online di documenti creati da subito in formato elettronico determinerà non pochi vantaggi quanto a efficacia, efficienza, riduzione dei tempi e dei costi, provvedendo nel contempo a rendere più chiaro il proprio rapporto di debito e credito con la Pubblica Amministrazione. Per le imprese le proiezioni effettuate dall’OPM (Osservatorio del Politecnico di Milano) stimano un risparmio fino a 3-8 €/fattura per un totale di circa 600.000.000 di €/anno, risparmio che per la PA raggiungerà invece l’apice di 17 € per ogni fattura emessa, per un totale di circa 1.000.000.000 di € all’anno.
Restano esclusi dalla normativa vigente tutti quei soggetti il cui regime non obbliga all’emissione di fattura (es. non residenti che esercitano la funzione di subcontractor della Pubblica Amministrazione), che continueranno a certificare i corrispettivi percepiti con normali note di debito non necessariamente emesse in formato digitale.
E voi? Avete già trovato un modo per non lasciare indietro la vostra fatturazione alla PA o state ancora brancolando nel buio? Che sistema o servizio avete scelto? Scrivete nei commenti le vostre prime impressioni in merito !
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