La busta paga. Tutti i lavoratori dipendenti, a prescindere se siano a tempo determinato o indeterminato, la ricevono mensilmente, ma nonostante la consuetudine leggerla non è sempre agevole, tutt’altro! In questo breve articolo vedremo insieme come decifrare le spesso indecifrabili sigle che ogni mese decurtano buona parte della nostra retribuzione lorda, cercando di fare luce

Definita in base al trattamento economico concordato con il datore di lavoro (stabilito su base annuale e, di norma, ripartito in 12 mensilità di pari importo), la busta paga è essenzialmente divisa in tre sezioni:

1) Sezione “informativa”

Qui vengono riportati i dati anagrafici e contributivi del lavoratore, e cioè:

  • nome e cognome
  • codice fiscale
  • posizioni previdenziali INPS, INAIL, etc.
  • matricola aziendale,
  • tipo di contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL);
  • classe dello stipendio percepito,
  • data di assunzione (e di fine rapporto nel caso dei tempi determinati),
  • altre informazioni

Il lordo mensile (la cui base è stabilita sulla tariffa oraria media imposta dal CCNL) è indicato in questa prima sezione. A questo minimo tabellare (che varia a seconda della qualifica, dell’esperienza e dell’anzianità di servizio del lavoratore) è aggiunta un’aliquota di contingenza (compensazione del ridotto potere d’acquisto del compenso dovuto all’inflazione) e un elemento distinto di retribuzione (EDR), importo fisso che tutti i dipendenti del settore privato ricevono per dodici mensilità + tredicesima.

2) Sezione “retributiva”

Qui viene indicata l’effettiva retribuzione mensile percepita dal lavoratore dipendente, calcolata in base a:

  • ore ordinarie di lavoro
  • ore di lavoro straordinario prestate nel corso del mese
  • eventuali indennità
  • eventuali premi di produzione o servizio
  • eventuali aliquote di retribuzione indiretta (permessi, malattie, ferie godute e non godute, congedi maternità, infortunii)
  • ulteriori somme corrisposte (tredicesima, quattordicesima, TFR, etc.)

Il tutto ovviamente al lordo di contributi, trattenute, etc.

3) Sezione “trattenute”

Che permette di monitorare mese per mese le effettive trattenute operate a monte sul lordo retributivo:

  • IRPEF
  • INPS, INAIL, etc.
  •  TFR (trattamento di fine rapporto)

Busta paga e salario

La base imponibile del reddito del dipendente sarà perciò composta dalle aliquote relative al suo stipendio, ai trattamenti accessori e a tutti gli importi addizionali relativi a eventuali premi, gratifiche, compensi o incentivi previsti dal contratto d’assunzione. In tale ottica potremo perciò distinguere in busta paga due tipi di salario: un salario fisso (composto dalla paga base imposta dal minimo contrattuale, dall’indennità di contingenza, dagli scatti di anzianità e da altre indennità quali i superminimi, l’EDR, gli scatti di anzianità, etc.) e un salario variabile (composto invece dalle ore di straordinario lavorate, dalle retribuzioni per i turni di lavoro, da eventuali ore di lavoro notturno o durante festività, malattie retribuite, tredicesime e quattordicesime, trasferte, sussidi e assegni familiari, etc.)

 Trattenute in busta paga

Come già detto, nell’ultima sezione della busta paga troviamo le trattenute IRPEF, INPS, INAIL e il TFR. Per quanto concerne l’IRPEF, si tratta di un’imposta calcolata direttamente sul reddito del dipendente con la seguente proporzione:

  • redditi fino a 15.000 € = 23%
  • redditi da 15.000 a 28.000 € = 27%
  • redditi da 28.000 a 55.000 € = 38%
  • redditi da 55.000 a 75.000 € = 43%

Dall’IRPEF lorda vengono poi sottratte le detrazioni da lavoro dipendente, quelle per il coniuge e i figli minori a carico, etc.

Per quel che invece riguarda l’INPS e l’INAIL (rispettivamente contributi pensione e infortuni, comprensivi dei trattamente economici per maternità, malattia, cassa integrazione, disoccupazione, mobilità, etc.), in Italia i contributi INPS per i dipendenti sono calcolati al 33% del reddito percepito, di cui una parte è a carico del datore di lavoro (il 23,81%) e un’altra parte a carico del lavoratore (9,19%). In alcuni settori professionali, tuttavia, l’aliquota contributiva può essere superiore in virtù dei rischi connessi con il lavoro svolto.

Infine, nella sezione contributiva troviamo anche gli importi relativi al trattamento TFR, la cui aliquota è calcolata sull’importo complessivo della retribuzione annuale diviso per 13,5.